ARBËRIA NEWS Blog

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martedì 27 marzo 2012

Suoni delle minoranze. L’educazione linguistica attraverso la musica


Nel luglio 2011 il MIUR ha predisposto un Piano di interventi e di finanziamenti per la realizzazione di progetti nazionali e locali nel campo dello studio delle lingue e delle tradizioni culturali appartenenti ad una minoranza linguistica (Nota MIUR 27.07.2011, prot. n. 5230), avviando il Progetto “Suoni delle Minoranze”, con la finalità di tutelare e valorizzare le sonorità appartenenti alle minoranze linguistiche previste dalla Legge 482/99.


L’idea di fondo del progetto è che la musica può facilitare l’apprendimento delle lingue straniere e minoritarie, in quanto la psicologia considera lo sviluppo linguistico strettamente collegato allo sviluppo musicale.


Il progetto è coordinato  dall'Istituto Comprensivo di Corigliano d'Otranto della Grecìa salentina, con l'obiettivo di pubblicizzare e raccogliere in un unico documento informatico le attività coreutiche e musicali, sia sacre che profane, quali espressione della vitale e multiforme attività culturale delle comunità di minoranza. Le sue finalità sono:
creare un data – base nazionale della musica delle diverse minoranze linguistiche;
offrire un portale della musica di minoranza che ospiti progetti musicali realizzati da studenti e docenti in percorsi dedicati alle lingue e tradizioni culturali delle minoranze linguistiche del nostro paese;
raccogliere spettacoli finali, rappresentazioni teatrali con danze, canti folklorici tradizionali tesi alla promozione delle culture di minoranza;
realizzare uno spazio per la riflessione sul valore del patrimonio immateriale delle comunità di minoranza. 
A questo scopo il Ministero dell’Istuzione ha attivato una piattaforma di musica elettronica, visibile sul sito http://lingueminoritarie.e-musiweb.org/, per accogliere le musiche, i suoni ed i canti che caratterizzano le nostre lingue di minoranza. In questi spazi web programmati per la musica caratteristica della cultura di minoranza i docenti potranno rendere visibili le iniziative musicali realizzate con i loro alunni, pronti per il download, così da rendere possibile per il futuro, la realizzazione di un data base nazionale della musica delle diverse minoranze linguistiche.

TELENORBA 7 HA DOCUMENTATO LO SPETTACOLO " SUONI DELLE MINORANZE" DELL'ORCHESTRA " SPARAGNINA " ORGANIZZATO DALL'ISTITUTO COMPRENSIVO DI CORIGLIANO D'OTRANTO PER LA VALORIZZAZIONE DELLA LINGUA GRIKA. IL CONCERTO E' STATO ORGANIZZATO A CONCLUSIONE DEL LABORATORIO MUSICALE " FABBRICANTE D'ARMONIA" REALIZZATO NELL'AMBIO DEI PON SCUOLA. TUTOR : MAESTRA LUCIANA SGOBBA. IL LABORATORIO E IL CONCERTO HANNO VISTO PROTAGONISTA IL MAESTRO ETNOMUSICOLOGO AMBROGIO SPARAGNA.


lunedì 26 marzo 2012

La musica arbëreshe candidata all’Unesco

da BABELMED
articolo di Emanuela Frate

Candidiamo la musica arbëreshe all’Unesco. E’ stata questa la brillante idea lanciata dagli Sportelli linguistici del Molise. Curatrice ed ideatrice del progetto è la sociologa Anna Maria Ragno mentre sarà la Rivista Kamastra (il giornale sulle minoranze linguistiche arbereshe e croate del Molise fondato dalla Professoressa Fernanda Pugliese) a presentare la candidatura della Musica Arbëreshe all’Unesco nella lista dei Beni Immateriali. Ottenere l’ammissione della musica arbëreshe in un organismo internazionale come l’Unesco significa riconoscere e tutelare l’identità arbëreshe e la musica per il popolo della diaspora albanese che ha fatto dell’oralità la sua caratteristica più lampante. E’ un po’ come la letteratura, la storia del popolo arbëresh. La musica da sempre è, dopo la lingua, lo strumento più diretto e immediato con il quale un popolo racconta sé stesso e per le minoranze linguistiche arbëreshe d’Italia la musica ha rafforzato quel profondo senso d’identità e quell’ innato orgoglio rimasto immutato per secoli.


Nelle canzoni arbëreshe c’è tutta l’essenza di quel popolo, sfuggito dalla Penisona Balcanica e guidato dal grande condottiero Skanderbeg, che andò ad abitare nelle terre del Mezzogiorno d’Italia per sfuggire alla dominazione ottomana. Quel popolo che preservò le proprie tradizioni, talvolta anche adeguandole ai costumi locali. In quei brani c’è tutta la storia di un popolo e di un’identità albanofona che rischierebbe di andare perduta. Le canzoni narrano dei fidanzamenti, dei matrimoni, delle ninnananne, dei lamenti funebri ma anche dello sconforto per la Madrepatria perduta per sempre. C’è la gioia, la tristezza, l’orgoglio di un popolo fiero delle proprie radici e della propria diversità culturale, mentre, da un punto di vista puramente musicale, le melodie sono molto legate alla musica liturgica greco-bizantina.


L’iter da seguire è molto lungo, i promotori del progetto ne sono ben consapevoli, ma vanno avanti senza demordere coscienti che la musica arbëreshe risponde ai capisaldi dettati dall’Unesco ossia i requisiti di diversità culturale e creatività umana. Ottenere questo agognato riconoscimento significa per tutti gli arbëreshë riaffermare la diversità culturale come valore; sottolineare e ampliare il dettato costituzionale che tutela tutte le minoranze linguistiche applicandolo anche alle sue espressioni artistiche come la musica; rinsaldare i legami e la comune appartenenza di tutti gli Arbëreshë dell’Arberia; dare lustro alla musica arbëreshe che può essere studiata e analizzata da tutti quegli esperti e studiosi che intendono avvicinarsi ai profondi testi e alle dolci melodie realizzate dai discendenti del Paese delle due Aquile. Dei canti sublimi, struggenti o gioiosi, cadenzati da un ritmo veloce oppure lunghi e prolissi come interminabili nenie, ma canti che in ogni caso sono stati per troppo tempo relegati al rango di musica popolare senza essere presi nella giusta considerazione che invece essi meritano. 


martedì 6 marzo 2012

Preghiera

di Silvana Licursi



PREGHIERA
Il mare nei suoi abissi
ha preso un marinaio.
La mamma, che non sa,
va ed accende
davanti alla Madonna un lungo cero,
perché torni presto,
e si rassereni il tempo;
e sempre al vento tende l’orecchio.
E mentre quella prega
e supplica così,
l’icona ascolta, seria e addolorata:
sa che più non tornerà
il figlio atteso.


(K. Kavafis) 
Trad. dal greco: Luigi Ferrara degli Uberti