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domenica 15 aprile 2012

Il costume tradizionale arbëresh: l'abito dell'identità

di Anna Maria Ragno  
                                                                                                                 
Per la policromia e la preziosità dei tessuti, testimoniata dall'utilizzo dei ricchi ricami in oro e argento, il costume tradizionale è uno dei segni più evidenti della diversità e della creatività culturale arbëreshe. Le funzioni a cui assolve sono molteplici: pratica, estetica, magica, rituale, ecc. Inoltre esso serve ad indicare il ceto, il sesso, l'età, la classe, il lavoro, il lutto, l'appartenenza ad una confessione religiosa o se una persona è nubile o sposata. In uso fino agli inizi degli anni ’70, accompagnava la donna italo-albanese nei momenti più significativi della propria vita. Il vestito della festa, infatti, oltre ad essere indossato per le nozze, per le feste religiose come le “Vallje”, la Domenica di Pasqua o il giorno di Natale, e per i  lutti familiari (per i primi tre giorni dal triste evento), spesso veniva utilizzato anche per dare sepoltura alla donna.
Foto di Giuseppe Iazzolino
Se l’abito tradizionale femminile si è ben conservato, non si può dire altrettanto per l’abito maschile, caduto subito in disuso, o forse mai esistito in forma stereotipata. Le ragioni della perdita della sua specificità o della sua assimilazione ai costumi regionali o albanesi veri e propri, risiedono nel fatto che la trasmissione dei valori come la Besa, dei saperi come la lingua, e delle tradizioni arbëreshe come i costumi, è sempre stata affidata alle figure femminili. L’arberisht, infatti, è la lingua materna degli Abëreshë : sono le donne che trasmettono la lingua, insieme alla religione. Come in molte società tradizionali, anche in quella arbëreshe è compito della donna trasmettere la lingua e la religione (per gli Ebrei è ebreo chi nasce da madre ebrea), i costumi morali e religiosi, le tradizioni e il costume.

Foto di Mario Bellizzi
Quali sono, dunque, i significati simbolici del costume tradizionale? Il costume muliebre rappresenta il modo in cui la cultura arbëreshe socializza la sua memoria storica e il suo passato, l’origine albanese e la fedeltà ai valori tradizionali. E’ l’antidoto alla disgregazione e alla dispersione geografica degli
Arbëreshë  e una maniera per riaffermare la condivisione di una storia e di una origine comune. E’ il tratto distintivo d’appartenenza ad un doppio universo culturale: quello albanese delle origini  e quello italiano.


L’abito  della identità.
Il costume tradizionale è una forma di comunicazione non verbale operata grazie ad una serie di segni e di regole di combinazione; un linguaggio caratterizzato da una sua peculiare sintassi che possiamo scomporre ed analizzare per identificare la struttura di una data società.
Keza. Foto di Mario Bellizzi
Ad esempio la Keza  (nella foto di Mario Bellizzi è possibile ammirare quella di Civita), che raccoglie i capelli della sposa, è simbolo del nuovo status sociale che la donna, sposandosi, viene ad assumere e della responsabilità che ne deriva. In genere è in seta, a forma di conchiglia, intarsiata da elaborati ricami con fili in oro o in argento.
Gli splendidi colori dello Xhipuni, invece, sono legati a quelli essenziali e fondamentali, utilizzati dalla iconografia bizantina: sono il blu o l’azzurro, il rosso o il viola e giallo oro.


Xhipuni. Foto di Mario Bellizzi






E' il corpetto corto e aderente in llambadhor di seta, il tessuto caratterizzato dall'inserimento nella trama di fitti e sottili fili d'oro. Nella foto di Mario Bellizzi è di colore azzurro con le maniche ricamate in oro e gallonate ai polsi; tre strisce di gallone più stretto decorano il corpetto sulla schiena. Le maniche hanno finissimi ricami dorati che richiamano motivi floreali o astrali.


Brezi di Palazzo Adriano raffigurante San Nicola. Foto di Paolo Di Giorgio
Il Brezi è la cintura d’argento che adorna il costume delle      donne di Piana degli Albanesi. Nello scambio rituale di doni durante il fidanzamento, alcuni giorni prima delle nozze, in occasione dell’esposizione della dote o di solenni festività, esso viene donato alla futura sposa per augurarne la fecondità. Nella lingua arbëreshe, infatti, la parola brez significa "generazione", "stirpe", "discendenza", "progenie" a conferma del fatto che la cintura viene assunta a simbolo della maternità. Secondo la tradizione il Brezi raffigura i santi protettori di Piana (S. Giorgio, S. Demetrio, la Vergine Odigitria e San Nicola) a cui la coppia si affida, affinché sia loro assicurata la fertilità e quindi la continuità delle generazioni.

In tutte le comunità arbëreshe il costume tradizionale rappresenta la volontà di affermare e rendere visibili l’identità collettiva e il senso di intima appartenenza dell’individuo alla sua collettività. Il costume, in questo senso, può essere definito come un indicatore dell’identità, che diventa abito e come tale “indossato” e sfoggiato per riaffermare la storia e l’origine comune, i valori e i saperi condivisi, l’appartenenza allo stesso universo culturale. Indossare il costume tradizionale è una maniera per riattualizzare il proprio passato mitico: il tempo di Skanderbeg, il tempo in cui gli esuli albanesi si sono cuciti addosso l’identità Arbëreshe.
Vallje di Civita. Foto di Giuseppe Iazzolino

3 commenti:

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