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lunedì 23 luglio 2012

KAMASTRA, ed. 2011/2012

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giovedì 5 luglio 2012

I comignoli apotropaici di Rota Greca (CS).

di Marcello Lucieri
 Comignolo apotropaico nel rione Babilonia realizzato dal maestro Sergio D’Elia di Rota Greca

I comignoli apotropaici sono lunghe appendici in muratura che hanno la funzione di guidare fuori i fumi di scarico del focolare interno o del forno.
Nelle comunità di origine arbëreshe tali costruzioni hanno connotazioni originali che rappresentano una tipica espressione della forte personalità di queste popolazioni. Solitamente il comignolo è, in proporzione, molto piccolo rispetto alle dimensioni della casa; nelle abitazioni di queste comunità si caratterizza per la sua sovradimensione, sia in altezza che in larghezza. Tale sovradimensione è legata non solo alla possibilità di permettere una corretta emissione del fumo ma soprattutto al significato e alla simbologia antropologica ed apotropaica che veniva data alle Çimineret che sono da sempre segno di familiarità.
Il focolare rappresenta il centro della vita e della famiglia, dell’unità e della continuità familiare, nonché luogo deputato al culto dei Lari (figure della mitologia romana che rappresentano gli spiriti protettori degli antenati). L’uso, da parte degli arbëreshë, di scolpire sui lati e alle basi dei comignoli, bassorilievi (soprattutto figure antropomorfe), deriva sicuramente da culti pagani; a volte l’intero comignolo veniva realizzato con fattezze di volto umano.
Ai lati del comignolo fuoriescono degli spuntoni con la funzione di protezione della casa e di allontanare spiriti maligni e malevole intenzioni riguardo l’abitazione che servivano. A completare tali segni apotropaici veniva inserita una cannata, brocca usata solitamente per il vino con un solo manico che, ricolma del nettare di Bacco, veniva cementata all’apice del comignolo e richiamava l’auspicio che quel focolare fosse sempre accompagnato dalla gioia della festa e del vino che si beve in quell’occasione e quindi aveva funzione apotropaica appunto sui dolori e dispiaceri.
A completare tali segni apotropaici veniva inserita una cannata che richiama il valore dell’ospitalità prescritta dal Kanun (Il Kanun di Lek Dukagjini è un codice di leggi consuetudinarie che si sono trasmesse oralmente per secoli. Viene creato intorno alla metà del 1400, per dare una legislazione e tradizione propria al popolo albanese).