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domenica 23 aprile 2017

San Giorgio..."il rosso".

(di Anna Maria Ragno)
Onufri è considerato l’iniziatore della pittura albanese del XVI secolo. Le sue opere sono esposte nel Museo Nazionale delle Icone, che si trova nella parte abitata del Castello di Berat. Questo museo contiene una ricca collezione iconografica e alcuni oggetti utilizzati durante i servizi religiosi. E’ ospitato dal 27 febbraio 1986 nella parte più interna della Chiesa dedicata alla Vergine Maria, costruita nel 1797 sulle fondamenta di una chiesa più antica con lo stesso nome.
Le opere di Onufri, dagli affreschi alle numerosissime icone mobili, coniugano l’impianto stilistico della più classica scuola iconografica bizantina, con la rigidità delle pose e delle espressioni dalla gestualità codificata ed immutabile.
Ma spesso la sua pittura fuoriesce dai canoni dell’arte sacra bizantina, molto legata a schemi e regole rigide, inserendo paesaggi urbani e vedute bucoliche e persino personaggi reali, per cui nel suo San Giorgio e il drago, egli rappresenta Skanderbeg contro i Turchi. Forse è proprio in virtù di questa identificazione che lo stesso Onufri opera nelle sue opere, che in tutti i paesi arbereshe il Santo della Cappadocia, regione dell’odierna Turchia, viene identificato con l’eroe albanese (e viceversa). Per altro, nel 1969 la Chiesa cattolica declassò il santo nella liturgia a  una memoria facoltativa, ma la devozione dei fedeli è continuata.
Le icone di Onufri, quindi, sono apprezzate per il grande realismo e l’individualità introdotti nelle espressioni facciali e nelle posizioni del corpo dei suoi soggetti, che rappresentarono una rottura con le rigide convenzioni artistiche del tempo. Attraverso questa tecnica egli riesce ad intrecciare sapientemente la simbologia religiosa con la tradizione storica e ed epica albanese e a dare una rappresentazione della vita interiore dei suoi personaggi, umanizzandoli, rendendoli meno distanti dallo spettatore che osserva l’opera.

Ma Onufri è famoso soprattutto per la tonalità di rosso da lui ideata, la cui formula non fu mai rivelata. Il rosso spicca anche in questa bellissima icona, che mi fa pensare a San Giorgio... “il rosso”.



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