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lunedì 3 aprile 2017

La presenza ebraica in Albania.

(di Anna M. Ragno)
In Albania esistono diverse minoranze etniche che vivono nei territori confinanti con le nazioni di appartenenza. Di conseguenza tali minoranze si trovano nelle zone di confine con i paesi vicini:  i Greci al sud, i Macedoni nella zona del sud-est nel villaggio di Liqenas, i Serbo-montenegrini nel villaggio di Vraka al nord del Paese. Inoltre esistono altre minoranze che non si trovano necessariamente nelle vicinanze dei confini: i Bosniaci di Shijak, i Serbi di Fier, i Valacchi che si trovano sparsi in tutto il territorio albanese, e la piccolissima comunità ebraica di Tirana e Korca (circa 200 persone).
Gli Ebrei vivono in Albania dal XII secolo d.C. Esistevano insediamenti ebraici a Berat, Korce, Elbasan, Valona, Durazzo, Dibra e nella regione del Kosovo. Queste famiglie ebraiche erano prevalentemente di origine sefardita e discendenti degli ebrei spagnoli e portoghesi espulsi dall'Iberia in seguito all'editto di Alhambra (1492).
Nel 1520 a Valona si registravano 609 famiglie di ebrei e nella stessa città si trovava anche la prima sinagoga dell'Albania, distrutta successivamente durante il primo conflitto mondiale.
Tante famiglie hanno mantenuto il cognome di origine senza mai modificarla. Secondo il censimento albanese del 1930, vi erano solo 204 ebrei iscritti a quel tempo in Albania. Il riconoscimento ufficiale della comunità ebraica fu rilasciato il 2 aprile 1937, mentre a quel tempo questa comunità consisteva di circa 300 membri. 
Con l'ascesa della Germania nazista un certo numero di ebrei tedeschi e austriaci si rifugiò in Albania. Sempre nel 1938 l'ambasciata albanese a Berlino continuò a rilasciare visti per gli ebrei, non essendo all'epoca possibile essere accolti in nessun altro paese europeo. Albert Einstein per trasferirsi negli Stati Uniti si servì di un passaporto albanese concessogli dopo un soggiorno nella città di Pogradec.
Durante la II Guerra Mondiale gli albanesi hanno nascosto gli ebrei nel loro territorio, sia per iniziativa privata, sia per scelta delle autorità che si sono rifiutate di consegnare agli italiani fascisti arrivati in Albania nel 1939, e ai tedeschi nazisti arrivati poi nel 1943, le liste con i nomi degli ebrei presenti nel territorio. Il pericolo di ritorsioni, specie durante l'occupazione nazista, era molto alto, ovviamente, ma cittadini albanesi e le autorità albanesi difesero gli ebrei totalmente, nascondendoli nelle case, procurando loro documenti falsi, travestendoli da contadini albanesi, spostandoli da un luogo all'altro per sfuggire alla morte.
Se si pensa che al di fuori dell'Albania, su circa 70.000 ebrei in pericolo solo il 10% hanno potuto sopravvivere all'Olocausto, la straordinaria importanza dell'Albania negli anni dell'Olocausto risulta ancora più evidente. Anche gli albanesi del Kosovo, del Montenegro e della Macedonia hanno contribuito alla salvezza di molti ebrei aiutandoli a rifugiarsi in Albania che era, appunto, durante la II Guerra Mondiale, il luogo più sicuro in Europa.
Si stima che alla fine del conflitto mondiale nel paese esistessero circa 2.000 ebrei, anche se cifre esatte non sono state mai trovate.
Attualmente il numero degli Ebrei si attesta intorno ai 180-200 individui, stanziati principalmente a Tirana e Korca. La sinagoga di Valona non è molto frequentata.

Per una trattazione più completa dell'argomento rimando alla seguente bibliografia e sitografia:
Brazzo L., Sarfatti M., Gli Ebrei in Albania sotto il fascismo. Una storia da ricostruire, Giustina, 2011.
http://brunildaternova.blogspot.it/2011/10/come-rinacque-albert-einstein-in.html
http://www.eastjournal.net/archives/42122



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