(di Anna Maria Ragno)
Nelle case e nelle strade di Greci, un paese di 700 abitanti in provincia di Avellino, si parla una lingua albanese, l' arbereshe, da circa cinquecento anni, da quando l' area è stata raggiunta da popolazioni provenienti dall' Albania. Quest' isola linguistica e culturale (Greci è l' unica comunità alloglotta della Campania) non è frutto di isolamento. E' piuttosto l' esito di una storia che si è svolta lungo frontiere simboliche, e dunque dinamiche, tra grecesi e non grecesi, fra desiderio di assimilazione e desiderio di distinzione. Il compromesso linguistico di questa volontà di resistere come grecesi e come italiani è la diglossia: l' uso dell' arbereshe, nei contesti familiari e tradizionali, e l' uso dell' italiano in quelli normativi e istituzionali.
Nelle case e nelle strade di Greci, un paese di 700 abitanti in provincia di Avellino, si parla una lingua albanese, l' arbereshe, da circa cinquecento anni, da quando l' area è stata raggiunta da popolazioni provenienti dall' Albania. Quest' isola linguistica e culturale (Greci è l' unica comunità alloglotta della Campania) non è frutto di isolamento. E' piuttosto l' esito di una storia che si è svolta lungo frontiere simboliche, e dunque dinamiche, tra grecesi e non grecesi, fra desiderio di assimilazione e desiderio di distinzione. Il compromesso linguistico di questa volontà di resistere come grecesi e come italiani è la diglossia: l' uso dell' arbereshe, nei contesti familiari e tradizionali, e l' uso dell' italiano in quelli normativi e istituzionali.
Il termine diglossia indica proprio questo: la compresenza di due
lingue, differenziate funzionalmente, spesso storicamente contigue,
delle quali la lingua A è utilizzata solo in ambito formale e la
lingua B solo in ambito informale.
Come
per le altre comunità arbereshe, l'arberisht, per gli abitanti di
Greci, è lo strumento per affermare la coscienza della propria
specificità comunitaria e culturale; il codice linguistico, morale e psichico
della propria affermazione identitaria.
Quello
che qui ci interessa sottolineare è che l'identità è un prodotto
multifattoriale, che non è tanto (e non solo) un meccanismo
psicologico di auto-classificazione, ma piuttosto un fenomeno
sociale, antropologico e culturale di auto-rappresentazione e auto-affermazione, che si
realizza nelle interazioni con "l'altro da sè",
accrescendo e specificando la rappresentazione del proprio sè.
Detto
altrimenti, gli Arbereshe si sentono tanto Italiani, quanto Albanesi,
e quindi sono più Italiani degli Italiani e più Albanesi degli
Albanese. E' attraverso questo meccanismo linguistico ed identitario,
che gli Arbereshe diventano non solo scrigno di saperi materiali ed immateriali, ma testimonianza viva e significativa di pluralismo culturale e
creatività umana.
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