di Fernanda Pugliese
Nevica. E' molto bello, è uno spettacolo della natura, ma poi? Quello che succede poi, ve lo lascio immaginare! Ora, non ci voglio pensare.
Da buona massaia ho già messo a cucinare il ragù di salsiccia, braciola e cacio e uovo. Braciola e polpette di cacio e uovo sono una variante introdotta da mia madre. Era un modo per accontentare chi non voleva la salsiccia per secondo, ma poi si è rivelato una specialità. Questo ragù ovviamente, si sposa con le "droqe", così nella nostra amata lingua albanese chiamiamo i fusilli. Stamattina mi sono alzata, come sempre prima del'alba ,con un pensiero: i fusilli. Non li facevo da molto tempo e avevo il timore di essermi dimenticata. Non ricordavo se avevo ancora il ferro da ombrello. Il dubbio si è subito dileguato. In una casa di persone che amano la tradizione, il ferro per i fusilli non può mancare. Se pure se ne perde uno, da qualche parte nei tiretti, almeno un doppione, o più di uno, ci deve pur stare! E infatti.
Fernanda Pugliese dalla trasmissione di Rai 3 "Italia Agricoltura" |
Dopo aver amalgamato gli ingredienti nella farina a fontana, l' ho fatta assorbire lentamente fino a farla diventare una consistente massa, dopo di che, l'ho lavorata a lungo, con le mani, comprimendo, fino a farla diventare lucida e setosa. Poi, ho fatto un cono, l'ho schiacciato e con un coltello ho tagliato le strisce di pasta. Le ho lavorate ad una ad una, le ho assottigliate, ricavando tanti bastoncini di circa 3 millimetri di diametro e poi, via, col ferro. Li ho incavati ad uno ad uno con una leggera pressione delle mani. . Non vi dico il suono del ferro sulla tavola di legno, attutito dalla sfoglia arrotolata sullo stesso: una vibrazione, una nota di buon gusto, un anticipo di sapori, una inondazione di profumi provenienti dal tegame del ragù sul fornello.
Cerimonia del 17 marzo 2011 in Piazza Marconi, Montecilfone |
Droqe ma lëkëng |
Cara Fernada che bello il tuo mondo, il tuo fare ed essere sempre kamastra, il tuo sincretismo umano, culinario e culturale... Che belle queste mamme che nutrono di sè culturalmente e gastronomicamente figli ed allievi, concittadini e amici. Al centro del tuo mondo c'è davvero una catena a cui appendi il tuo dire e il tuo fare, il tuo essere e fare cibo per la mente, per il corpo, per il nostro piccolo sapere. Anna
RispondiEliminaleggere una storia di sesso clicca qui
RispondiEliminaleggi qui miglior storia di sesso
tutto racconto sexy
leggere una storia di sesso clicca qui
leggi qui miglior storia di sesso
tutto racconto sexy
leggere una storia di sesso clicca qui
leggi qui miglior storia di sesso
tutto racconto sexy
leggere una storia di sesso clicca qui
leggi qui miglior storia di sesso
tutto racconto sexy