(di Anna Maria Ragno)
Onufri
è considerato l’iniziatore della pittura albanese del XVI secolo.
Le
sue
opere
sono
esposte
nel Museo
Nazionale delle Icone, che
si
trova nella
parte abitata del
Castello di Berat.
Questo museo contiene una ricca collezione iconografica e alcuni
oggetti utilizzati durante i servizi religiosi. E’ ospitato dal 27
febbraio 1986 nella
parte più interna della Chiesa dedicata alla Vergine Maria,
costruita nel 1797 sulle fondamenta di una chiesa più antica con lo
stesso nome.
Le
opere di Onufri, dagli
affreschi alle numerosissime icone mobili, coniugano l’impianto
stilistico della più classica scuola iconografica bizantina, con la
rigidità delle pose e delle espressioni dalla gestualità codificata
ed immutabile.
Ma
spesso la
sua pittura fuoriesce dai canoni dell’arte sacra bizantina, molto
legata a schemi e regole rigide, inserendo
paesaggi urbani e vedute bucoliche e
persino
personaggi reali, per
cui nel
suo San Giorgio e il drago, egli rappresenta Skanderbeg contro i
Turchi.
Forse
è proprio in virtù di questa identificazione che lo stesso Onufri
opera nelle sue opere, che in tutti i paesi arbereshe il Santo della
Cappadocia, regione dell’odierna Turchia, viene identificato con
l’eroe albanese (e viceversa). Per
altro, nel 1969 la
Chiesa cattolica declassò il santo nella liturgia a una memoria facoltativa, ma la devozione dei fedeli
è
continuata.
Le
icone di Onufri, quindi, sono apprezzate per il grande realismo e
l’individualità introdotti nelle espressioni facciali e nelle
posizioni del corpo dei suoi soggetti, che rappresentarono una
rottura con le rigide convenzioni artistiche del tempo. Attraverso
questa tecnica egli
riesce ad
intrecciare sapientemente la simbologia religiosa con la tradizione
storica e ed epica albanese
e
a
dare una rappresentazione
della vita interiore dei suoi personaggi, umanizzandoli, rendendoli
meno distanti dallo spettatore che osserva l’opera.
Ma
Onufri è famoso soprattutto per
la
tonalità di rosso da
lui ideata,
la cui formula non fu mai rivelata. Il
rosso spicca
anche
in questa bellissima icona, che mi fa pensare a San
Giorgio... “il rosso”.
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