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martedì 11 dicembre 2012

Apologia delle Carresi.

di Anna Maria Ragno


                                                   
Nel giorno in cui ricorre la Giornata internazionale dei diritti umani mi sembra doveroso suggerire una riflessione sulle Carresi. Il decreto Martini del 21/07/ 2011, riguardante la salvaguardia degli equidi (e sottolineo equidi, non bovini), minaccia lo svolgimento di queste manifestazioni religiose nonostante la Diocesi Termoli-Larino sia scesa in campo in loro difesa, ribadendo per l’appunto il carattere religioso e rituale di queste antiche manifestazione, che si svolgono in tre paesi del Basso Molise: San Martino in Pensilis, dove la Carrese ha avuto origine, Ururi e Portocannone. Questi ultimi due sono paesi arbereshe che sopravvivono a fatica all’omologazione imposta dalla cultura maggioritaria: per una serie di ragioni storiche, hanno perso il Rito bizantino; inoltre non si sono mai visti riconoscere il diritto al bilinguismo e all’insegnamento dell’antico idioma albanese nelle scuole. Oggi è in crisi anche la Carrese e con essa il riconoscimenti dei diritti di etnicità: il diritto a riconoscersi nel proprio gruppo di appartenenza e ad associarsi liberamente per affermare la propria identità culturale, mantenendo le proprie tradizioni e le proprie credenze religiose.
In questo senso a nulla possono valere neache le contestazioni degli animalisti e di chi sostiene che i bovini subiscono maltrattamenti. Le Carresi hanno origine che non sono solo storiche, ma sociali, psicologiche e antropologiche, laddove è l’uomo che si identifica con l’animale e non l’animale che viene dominato dall’uomo. In questa maniera l’uomo rappresenta se stesso, il suo essere nel mondo, i valori del gruppo di riferimento, il desiderio di socializzare la fatica e il rapporto con la Madre Terra. Il bue è il suo mite e paziente compagno di lavoro, non una forza motrice da maltrattare. Quello che si celebra con la Carrese è che i buoi hanno un’anima. La Carrese, insomma, soddisfa i più profondi bisogni umani, non il desiderio di sopraffazione dell'uomo sull'animale. Chi non capisce questo non è disposto a capire quanto profonda possa diventare la relazione uomo-bue.

Un ringraziamento particolare va a MICHELE MINIERI, giornalista, organizzatore e curatore di quest'opera, che ne ha voluto la presenza nel nostro blog.

Questo documentario ha un valore storico eccezionale.
Nella ricostruzione della corsa dei carri di S.Martino in Pensilis, scorrono immagini riprese nel 1961 nei paesi di origine albanese: Portocannone, Ururi e Chieuti.
La Carrese è il canto della corsa dei carri e dei buoi in dialetto sammartinese.

Ragia di ZENO GABBI.
Organizzazione del documentario di MICHELE MINIERI.
Consulenza etnografica: ALBERTO M. CIRESE.
Operatori: GABRIELE ZANARDELLI, GIANPAOLO SANTINI, ANTONIO FORTESE.
Montaggio: BRUNO MATTEI
Tecnico del suono:MARIO SISTI

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