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mercoledì 29 febbraio 2012

Candidatura la musica arbëreshe all’Unesco: parte raccolta materiale

da Primonumero
La candidatura della musica della minoranza linguistica Arbereshe a diventare patrimonio dell’umanità Unesco è stata al centro dell’incontro di ieri, 28 febbraio, nella sala consiliare del Comune di Montecilfone. Al tavolo dei relatori il sindaco Franco Pallotta, la professoressa Fernanda Pugliese, la sociologa Anna Maria Ragno, Rossella De Rosa e Rosella Schiavone, gruppo di lavoro del progetto.
La professoressa Pugliese ha spiegato i motivi che hanno spinto il gruppo di lavoro a dare vita al progetto sottolineando come per gli Arbereshe la musica sia al tempo stesso, storia, letteratura e contemporaneità. Fernanda Pugliese, fondatrice della rivista ‘Kamastra’ ha inoltre sottolineato il sostegno e la partecipazione dell’associazione e rivista Kamastra al progetto.
La sociologa Anna Maria Ragno ha spiegato che l’iniziativa è nata ‘quasi per gioco’ con l’artista Silvana Licursi ed ora è diventata un vero e proprio progetto di tutela della musica, la lingua, la cultura e più in generale l’oralità del popolo Arbereshe fuggito 500 anni fa dalla penisola balcanica e rifugiatosi in Italia e anche in Molise. «Abbiamo voluto condividere ogni passo del progetto con il più ampio numero di persone interessante – ha spiegato Anna Maria Ragno – utilizzando molto il web e i social network perché crediamo fermamente che la cultura arbereshe debba uscire dai musei e tornare ad essere viva, ad essere identificativa di un popolo, di una cultura e quindi essere parlata e ascoltata». Prossimo step del progetto, che prevede un iter di due anni, è la raccolta del materiale e la produzione di un formulario che terrà conto dei capisaldi dettati dall’Unesco, ovvero diversità culturale e creatività umana. «Ciò che l’Unesco ci chiede - ha detto la sociologa Ragno - è di dimostrare che il fenomeno per cui si richiede la candidatura esiste e che molta gente in questo ‘bene’ riconosce la propria identità. Non è un percorso semplice, la musica portoghese del Fado, ad esempio ha impiegato sei anni per essere riconosciuta come bene dell’Umanità».
Tra gli obiettivi del progetto ci sono la creazione di un ricco archivio musicale da condividere online, l’incisione di tutti i canti tipici della tradizione monodica arbereshe ovvero senza accompagnamento musicale, il recupero degli antichi testi delle canzoni e delle poesie arbereshe, la promozione di festival della musica arbereshe. 
Il progetto, che è in assoluto il primo che chiede all’Unesco di candidare un bene appartenente a una Minoranza al punto che altre Comunità lo hanno già preso ad esempio, al momento vede la partecipazione di 50 soggetti tra enti come l’Università di Campobasso, l’Università Orientale di Napoli, la Provincia di Campobasso, il Comune di Montecilfone,il Comune di Portocannone, il Comune di Ururi, il Comune di Campomarino, gli Sportelli Linguistici del Molise, la rivista Kamastra, il sito www.albanianews.it e diversi artisti uniti dalla cultura arbereshe.

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