Nel giorno in cui ricorre la Giornata internazionale dei diritti umani mi sembra doveroso suggerire una riflessione sulle Carresi. Il decreto Martini del 21/07/ 2011, riguardante la salvaguardia degli equidi (e sottolineo equidi, non bovini), minaccia lo svolgimento di queste manifestazioni religiose nonostante la Diocesi Termoli-Larino sia scesa in campo in loro difesa, ribadendo per l’appunto il carattere religioso e rituale di queste antiche manifestazione, che si svolgono in tre paesi del Basso Molise: San Martino in Pensilis, dove la Carrese ha avuto origine, Ururi e Portocannone. Questi ultimi due sono paesi arbereshe che sopravvivono a fatica all’omologazione imposta dalla cultura maggioritaria: per una serie di ragioni storiche, hanno perso il Rito bizantino; inoltre non si sono mai visti riconoscere il diritto al bilinguismo e all’insegnamento dell’antico idioma albanese nelle scuole. Oggi è in crisi anche la Carrese e con essa il riconoscimenti dei diritti di etnicità: il diritto a riconoscersi nel proprio gruppo di appartenenza e ad associarsi liberamente per affermare la propria identità culturale, mantenendo le proprie tradizioni e le proprie credenze religiose.
In questo senso a nulla possono valere neache le contestazioni degli animalisti e di chi sostiene che i bovini subiscono maltrattamenti. Le Carresi hanno origine che non sono solo storiche, ma sociali, psicologiche e antropologiche, laddove è l’uomo che si identifica con l’animale e non l’animale che viene dominato dall’uomo. In questa maniera l’uomo rappresenta se stesso, il suo essere nel mondo, i valori del gruppo di riferimento, il desiderio di socializzare la fatica e il rapporto con la Madre Terra. Il bue è il suo mite e paziente compagno di lavoro, non una forza motrice da maltrattare. Quello che si celebra con la Carrese è che i buoi hanno un’anima. La Carrese, insomma, soddisfa i più profondi bisogni umani, non il desiderio di sopraffazione dell'uomo sull'animale. Chi non capisce questo non è disposto a capire quanto profonda possa diventare la relazione uomo-bue.
Questo documentario ha un valore storico eccezionale.
Nella ricostruzione della corsa dei carri di S.Martino in Pensilis, scorrono immagini riprese nel 1961 nei paesi di origine albanese: Portocannone, Ururi e Chieuti.
La Carrese è il canto della corsa dei carri e dei buoi in dialetto sammartinese.
Ragia di ZENO GABBI.
Organizzazione del documentario di MICHELE MINIERI.
Consulenza etnografica: ALBERTO M. CIRESE.
Operatori: GABRIELE ZANARDELLI, GIANPAOLO SANTINI, ANTONIO FORTESE.
Montaggio: BRUNO MATTEI
Tecnico del suono:MARIO SISTI