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martedì 6 gennaio 2015

L’Epifania a Piana degli Albanesi e la simbologia delle arance.

di Anna Maria Ragno

La mattina del 6 gennaio a Piana degli Albanesi, come ogni anno, si celebra l’Epifania (Ujët e pagëzuam), la festa che ricorda la visita dei re Magi a Gesù bambino.
Anche questa ricorrenza religiosa è caratterizzata dai profondi simbolismi del rito bizantino, e quindi dai canti che accompagnano tutta la funzione religiosa, dalla sfilata degli abiti tradizionali femminili riccamente ricamati in oro, dalla benedizione delle acque, dal volo di una colomba bianca e dalle distribuzione delle arance ai fedeli.

La festa, infatti, si svolge lungo quattro momenti salienti:

  • Il solenne Pontificale in Cattedrale. Il vescovo e i sacerdoti, celebrano in cattedrale la liturgia eucaristica, rievocando con il canto "Në Jordan" la discesa dello Spirito Santo nel Giordano, il giorno del battesimo di Cristo.

  • La sfilate delle donne in costume tradizionale. I rappresentanti dell’Eparchia, dopo aver celebrato il Ponteficale, si dirigono in processione accompagnati dai fedeli e dalle ragazze vestite con l’abito tradizionale, verso la fontana dei “Tre cannoli” nella piazza principale del paese.




  • Il rito della benedizione delle acque. Il Vescovo immerge nell'acqua della fontana per tre volte la croce scolpita in legno, reggendo con l'altra mano il candelabro a tre ceri e un rametto di ruta, mentre dall’alto del tetto della Chiesa dell’Odigitria, viene fatta scendere una colomba bianca
   



  • Il rito della benedizione delle acque. Il Vescovo immerge nell'acqua della fontana per tre volte la croce scolpita in legno, reggendo con l'altra mano il candelabro a tre ceri e un rametto di ruta, mentre dall’alto del tetto della Chiesa dell’Odigitria, viene fatta scendere una colomba bianca. 


  • La distribuzione delle arance. Nella stessa fontana vengono immerse anche le arance, che poi vengono distribuite agli abitanti del paese e ai visitatori. 

Se  il significato della simbologia della colomba è facilmente intuibile, intorno alla simbologia delle arance di addensa una vera e propria nebulosa di significati. Le arance, infatti,  fanno riferimento ad una simbologia complessa e molto ampia di significati, che si collega con:

  • la rinascita della natura dopo il gelido periodo invernale, implicita anche nel rito del battesimo;  
  • la purezza delle fanciulle che sfilano con i cesti di arance: i fiori di arancio, infatti,  sono considerati simbolo di castità e vengono utilizzati come addobbi floreali per i matrimoni, proprio  per indicare la purezza della sposa;
  • la fecondità e l’amore: secondo la mitologia greca, infatti, la dote di Giunone, andata sposa a Giove, consistette in alcuni alberelli i cui frutti erano dei meravigliosi globi d’oro, cioè arance, simbolo della fecondità e dell’amore. Giove preoccupato che dei ladri potessero sottrargli quel dono prezioso, li custodì con uno straordinario giardino sorvegliato dalle ninfe Esperidi, mitiche fanciulle dal canto dolcissimo (di qui il nome greco di esperidi dato a tutti i frutti degli agrumi);
  • l’abbondanza, la fecondità e la vitalità: la forma sferica dell’arancia, infatti, si collega alla simbologia del cerchio, l’archetipo del “centro” da cui tutto può espandersi e crescere.

Quest’ultimo elemento è sicuramente il può importante e ricco di significati, perché richiama l’idea che Piana degli Albanesi è il centro dell’universo sociale, mitico e psichico degli ex esuli albanesi, da cui tutto può nascere, anzi rinascere, crescere ed espandersi.